
Allunghiamo a otto i risultati utili consecutivi nelle gare interne e torniamo a muovere la classifica dopo lo stop con la Roma. Al Ferraris termina 1-1 una sfida giocata a viso aperto, a darle e prenderle, contro un’Udinese in palla.
Dopo pochi minuti di studio il Genoa issa le vele, indovina il vento e piazza una partenza coi fiocchi realizzando il vantaggio. Sulla sinistra Strootman si sporge per servire al centro Pandev, la giravolta di ‘Goghi’ in un fazzoletto comprende un rasoterra sul primo palo. Camplone prima annulla per un presunto tocco di mano, poi convalida davanti allo schermo della Var. Il gol è regolare. Nel primo tempo le squadre si riflettono davanti allo specchio di disposizioni similari. Il Grifone concede di manovrare sino alla metà campo per poi far scattare il pressing sui portatori, ribaltando il fronte con i lanci per innescare il tandem di attacco. Sulla destra Zappacosta affonda le leve con qualità, imitato da Czyborra sull’altro versante. La reazione dell’Udinese, priva di italiani, è volenterosa e si appoggia sui cambi di marcia nelle ripartenze e un gioco collaudato. L’opportunità del raddoppio cade sulla testa di Shomurodov, pescato con un bel cross di Criscito: la conclusione sorvola la traversa. Il pareggio è cosa fatta prima della mezz’ora. Criscito stende Pereyra in area e dal dischetto De Paul trasforma con sicurezza. Tutto da rifare. Ci rimbocchiamo le maniche, proviamo coi filtranti centrali e ci ributtiamo in avanti nel tentativo di aprire un varco in una difesa chiusa come una palestra. Perin vola prima dell’intervallo bloccando una deviazione aerea di Llorente che poteva fare di meglio da ottima posizione. Si torna negli spogliatoi sul punteggio di 1-1, con sei tiri dei nostri e quattro degli avversari.
Il match riprende senza variazioni di interpreti, prima di poche sostituzioni strada facendo. La partita resta godibile come nella prima parte. Le squadre mantengono un atteggiamento propositivo per dare la caccia al tesoro dei tre punti. Le frecce non mancano, il veleno chissà. Le marcature preventive producono gli effetti sperati per contrastare i piani e rendere inoffensive le strategie. L’ex De Maio si fa vedere su un corner, i brutti ricordi (derby e Roma) sono freschi, alzando troppo la mira. Serve un’imbucata per spostare l’equilibrio e accendere una lampadina. Ci proviamo in prevalenza dalle corsia esterne, scodellando traversoni su cui i marcantoni bianconeri hanno la meglio. Le interruzioni spezzano il ritmo con i team che ne approfittano per respirare. La soluzione del rebus sembra lontana, anche quando Pereyra semina il panico senza trovare lo spazio di fiondare in porta. Perdiamo qualche pallone di troppo in fase di costruzione, però siamo vivi e pronti a ribattere colpo su colpo contro un team che nel girone di ritorno viaggia con il vento in poppa. Entra Scamacca per aumentare il peso specifico nei sedici metri davanti a Musso. Sulle seconde palle è una lotta senza quartiere. Dietro quando è necessario spazziamo senza andare per il sottile. Ci giochiamo le ultime carte per trovare il jolly. Dentro pure Behrami e a seguire Pjaca per spendere le monete finali. Il brivido corre sulla schiena con Nestorovski che calcia sul fondo. Il recupero lascia l’amaro in bocca. Prima Zajc tira sul fondo dopo una serpentina, quindi Behrami stampa all’incrocio un gran destro.