
Un Genoa scintillante per una buona metà e poi tenace a restare agganciato pure a se stesso. Al Gewiss Stadium finisce 0-0 e alla fine il punto è meritato. Wow!
Un primo tempo di sostanza e personalità per il Grifone che gioca a testa alta, ha il coraggio di condurre le operazioni e si rende pericoloso davanti a un team che fa scuola in questi anni. Due volte Pjaca e una Shomurodov, servito da un lancio con il contagiri di Strootman, hanno l’occasione per fare saltare il banco. Gli interventi di Gollini e i centimetri mettono i blocchi al punteggio. La Dea si sveglia strada facendo con una zampata di Duvan nell’area piccola bloccata da Perin. È un Genoa attento, mobile, concentrato, pungente. Telecomandato nei movimenti dai suggerimenti di Ballardini che chiede profondità. Pjaca in avanti fa giocate di qualità ed è il più convinto a buttarsi oltre le mura di cinta, andando via nell’uno contro uno. Rispondiamo colpo su colpo, arretrando senza schiacciarci e scomponendo le geometrie degli avversari che salgono di livello con il passare dei minuti e sulle corsie esterne. Monta e smonta. I ritmi di gioco sono alla portata e ci difendiamo con lucidità dal sinistro di Ilicic quando è in posizione di sparo. Meriteremmo il vantaggio nel momento in cui Shomurodov sgancia un rasoterra assassino dopo un’azione manovrata, Gollini si supera respingendo di piede. Ci salviamo su qualche palla sporca. Nel complesso, un’ottima prova!
Palla al centro per la seconda parte con Lerager subentrante per mettere cingoli in mediana. Gli autoscontri ripartono con i padroni di casa che in avvio presentano la stessa carrozzeria. Fuori Strootman e Masiello, dentro Behrami e Goldaniga. Anche di là Gasp muove le acque aprendo i rubinetti con le soluzioni dalla panchina. L’Atalanta ha un piglio molto più deciso, conquista metri e va alla conclusione con Toloi che calcia sopra la traversa. Perdiamo qualche riferimento e abbiamo difficoltà a distenderci con la facilità di prima. Muriel e compagni riescono a portare il fraseggio ai limiti dei nostri sedici metri e Hateboer scheggia il palo esterno con una bordata da mattonella laterale. Dobbiamo soffrire, ricompattarci, riprendere le misure e fare leva su energie fresche per uscire dal guscio. Il match si sviluppa nella nostra metà. Muriel sbaglia la mira su punizione. Ci vogliono nervi di acciaio per saltare gli ostacoli davanti agli occhi. Perin si oppone con i guantoni a una staffilata di Gosens dal lato mancino. Il forcing dei locali va avanti senza soluzione di continuità, pressano in ogni angolo e riusciamo a tenere botta con un cuore grande così. Debutta pure Onguene in una linea a quattro. Rinforziamo gli argini per affrontare il recupero. Torniamo a casa con un punto d’oro!