
Un’amichevole internazionale, una formula inedita per una partita lungo due ore, ma soprattutto un match sulle tracce della grande storia del Genoa. Perché sono 222 chilometri e quasi tre ore di viaggio quelle che separano la città di Magonza e quella di Kassel, sempre in Germania. Sono le sede della prossima amichevole del Grifone e il luogo dove riposa Lui, James Richardson Spensley, nato a Stoke Newington, 1867 e morto a Magonza, 1915. Spensley, è uno dei padri del Genoa con cui vinse sei scudetti, da giocatore, capitano e allenatore. Tra i “principali promotori del gioco del calcio”, Wiki docet, “e dei primi gruppi scout in Italia”. Da quando due supporter rossoblù, nel 1993, il centenario del Genoa Cricket and Football Club, scoprirono dove fossero le sue spoglie, la tomba de “u Mêgu ingleise”, filantropo, teosofo, poliglotta, è meta di pellegrinaggio. Spensley fu colpito dal fuoco tedesco, in uscita dalla trincea, per soccorrere un nemico a terra. La terra della sua tomba. La terra che non si è posata sulle sue frasi celebri: “Never hit a man when he is down”: non colpire mai un uomo quando è a terra. Già. Le frasi che sibilava, tra una visita e l’altra, agli orfani che aiutava nei vicoli di Genova e a cui devolveva lo stipendio. È la leggenda di James Spensley.