Un fiuto per i talenti del calcio, come i lagotti per i tartufi bianchi. Il Genoa piange la scomparsa di Giovanni Bondioli. “Gino” era il decano degli osservatori del Club. Un fuoriclasse nel ruolo. Genovese della “Foce” trasferito a Latina. Calciatore, poi tecnico. Aveva 91 anni. Fino a pochi mesi fa lo si vedeva ancora al Campo di Borgo Carso, nella città pontina, intento nella sua missione di sempre. Lui e il calcio. Una lanterna sempre accesa. Storia di un intreccio annodato dall’amore per quello che faceva e da una competenza a prova di brocco. Un uomo dai valori antichi. Una stretta di mano valeva come un contratto. “Questo è uno da prendere” faceva al telefono quando era il caso. “E non c’era bisogno di sentirsi dire altro…”. Clic, clic. Da Claudio Onofri a Michele Sbravati. Una perdita che lascia un vuoto, di più, una voragine nel settore giovanile, dove per decenni è stato il riferimento in tutto il Centro Italia. Da Mattia Perin che lo ricorda con un messaggio toccante sui social. A Mario Faccenda eroe di una salvezza strappata con i denti. Flotte di giocatori che hanno spiccato il volo in rossoblù o altrove. Qualcuno fino a indossare la maglia della Nazionale. Caro Gino, quanto ci mancherai… I tuoi amici del Genoa. Grazie di tutto.