
Una grande Juve nella prima parte, un bel Genoa nella seconda. A Torino i campioni d’Italia si impongono con il punteggio di 3-1. La distanza dalla terzultima resta di dieci punti ed è passata un’altra giornata.
È quasi un monologo dei padroni di casa il primo tempo condotto con il piede schiacciato sull’acceleratore della Jeep. Passano appena quattro minuti prima di sentire il clacson, lasciare strada e incassare il gol del sorpasso. Cuadrado fa giochi di prestigio sulla fascia e centra per Kulusevski, lo svedese estrae il coniglio con un sinistro a giro dentro l’area. La salita inizia subito. La Juve si assicura un tesoretto all’Allianz Stadium. Il Genoa gioca palla, dimostra personalità, soffre le combinazioni veloci e fatica a prendere le misure. Chiesa (parata), Ronaldo (palo), Morata (gol). Una ripartenza fulminea marca il raddoppio che taglia le gambe prima di una reazione. Gli uomini di Pirlo continuano a volare nello spazio e noi restiamo con i piedi a terra. A tratti ci distendiamo con qualità, senza conficcare però spine davanti a Szczesny che arpiona al più qualche cross dal fondo. Sentiamo il peso sulle spalle e paghiamo una differente fisicità, pur guadagnando metri e punizioni nel tentativo di riaprirla. Scontiamo la disgrazia di affrontare i campioni d’Italia in giornata sì. Rabiot e Kulusevski nel finale scaldano le mani di Perin. Chiudiamo producendo una mega occasione sull’asse Pandev (assist) Scamacca (tiro respinto) andando così al riposo per riordinare le idee.
Nella ripresa mister Ballardini rimescola le carte con gli inserimenti di Ghiglione e Pjaca. Evvai! Il Grifone accorcia le distanze con l’1-2 di Scamacca di testa su corner battuto da Rovella. Siamo un’altra squadra a livello di atteggiamento, determinazione, voglia di fare male. Stendiamo la nostra tela nel mezzo e in attacco appendiamo due opportunità per pareggiarla con Pjaca. Szczesny para il rasoterra secco del croato, poi si salva sulla stoccata fuori misura. Siamo vivi e costringiamo gli avversari sulla difensiva. Ronaldo cerca il tris, non va. Dentro Zajc e Shomurodov per provare con un’altra mano al tavolo di gioco. Piedi buoni e fantasia al potere, alla ricerca del tutto per tutto. Sbagliamo qualche appoggio, ma maciniamo chilometri e teniamo il pallino. Entra Melegoni a segno nel confronto di Coppa Italia. Sul filo del fuorigioco il subentrato Mckennie scatta e imbuca la terza rete nella nostra porta, togliendo dalle difficoltà contingenti i compagni. Restano una ventina di minuti prima del game over. Le brutte notizie inglobano un infortunio per Zappacosta e terminiamo con un uomo in meno. Di fatto la partita finisce qui, il resto è pura accademia. Prossima stazione lo stadio Meazza per la trasferta con il Milan.