13.01.24

Partite

Genoa-Torino finisce in parità

Termina 0-0 una partita tirata. Il risultato rispecchia l’andamento. Si allunga a cinque la serie di risultati utili. Nessun tiro nello specchio degli ospiti per la prima volta in campionato. Festa dello sport con le tifoserie a dare spettacolo e una coreografia dedicata a Fabrizio De André a 25 anni dalla scomparsa. Grifone alla pari degli avversari e più pungente in avanti. In tribuna il neoacquisto Spence. 33mila gli spettatori al “Ferraris”.

Tentativi a vuoto – Ai punti meglio noi di loro nella prima frazione sullo sfondo di un equilibrio sostanziale. Nella conta delle parate è Milinkovc Savic a colorare il foglio bianco, l’unico a togliere le castagne dallo specchio della porta. Sono prove di botta e risposta dai primi minuti. “Rispondere colpo su colpo” aveva detto alla vigilia ‘Gila’, costretto a rinunciare a varie pedine tra cui Frendrup, il re dei contrasti in Serie A Tim, contro una squadra gasata dal trionfo con i campioni d’Italia. Detto, fatto. E’ Gudmundsson, al termine di una stupenda azione in velocità, rifinita da Messias e Retegui, a mollare la prima sberla. Milinkovic Savic si oppone al sinistro da pochi metri e posizione defilata. Gli avversari mantengono il possesso facendosi vedere con un colpo di testa di Buongiorno, primatista di reti (3) tra i difensori nel torneo. Fuori di poco. La partita prende ritmo vivendo di fiammate. Tocca a Malinovskyi tirare un fendente che scalda il portiere. Prendiamo campo e angoli. Cinque gol da corner valgono la vetta del ranking alla fine del girone di andata. Troviamo geometrie, spunti e la luce quando Messias accelera, dribbla, inventa. In mezzo siamo sul pezzo e la circolazione funziona. I granata si affidano alle corsie per scodellare palloni in area. Comunque e ovunque. Come il titolo del film, non molliamo di un centimetro. Nel finale il giallo a De Winter costerà la squalifica, mentre una zuccata di Zapata è deviata oltre il fondo. Si va negli spogliatoi sul risultato di 0-0.

Pari e patta – Rieccoci per condensare nella seconda parte altre giocate. Si riparte con gli stessi effettivi. Messias apre il sipario con una conclusione alta. Con il muso buono alziamo il baricentro mettendo pressione agli avversari e facendoci valere sulle seconde palle. La gamba c’è, il Toro arretra. Siamo noi a tenere il pallino in una fase prolungata per metterla in buca. Dietro chiudiamo con efficacia sulle avanzate dei ragazzi di Juric, che aggiunge legna con l’ingresso di Tameze per il talento di Vlasic. Milinkovic smanaccia una deviazione area di De Winter sugli sviluppi da palla inattiva, poi blocca una capocciata di Vasquez da situazione analoga. Dentro anche l’ex Pellegri acclamato alla fine. “Uno di noi” il coro della Nord. Quindi Sanabria non inquadra la porta, in volo plastico dal dischetto di rigore, nella più limpida opportunità ospite. Il primo cambio è Frendrup per Messias toccato duro prima dell’intervallo. Le lancette scorrono, le energie calano. Le intenzioni di andarla a prendere restano. Ci proviamo dalla bandierina con i tocchi vellutati di Gudmundsson che tiene sul chi va là i piemontesi e, poco dopo, tira tra le braccia del numero 32 su assist di Sabelli nel giorno del suo compleanno. Superata la mezzora le squadre tirano il fiato. Dentro Haps al posto di Martin nel mezzo della girandola di sostituzioni sull’altra sponda. Si procede verso l’epilogo srotolando le pagine conclusive dei piani di attacco. Malinovskyi da fermo, dalla distanza, scaglia un bolide disinnescato dal solito Milinkovic. Vogliacco e Strootman per Sabelli e Badelj. Un punto che fa classifica in attesa della trasferta di Salerno.

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