29.04.24

Partite

Il Genoa cala il tris a Fort Marassi

Thorsby apre le marcature e Frendrup trova il raddoppio nel primo tempo. Gudmundsson realizza il terzo nella ripresa. I gol segnati da giocatori del nord Europa. Ottavo clean-sheet per Martinez. Prima della partita standing ovation con il presidente Zangrillo per Corradi. 31.253 gli spettatori al Ferraris.

Primo tempo – Concreti e ordinati come aveva chiesto ‘Gila’ in fase di presentazione. La prima frazione è una dimostrazione di forza dei nostri che trovano le chiavi per incanalare l’incontro. Due gol bastano e avanzano. La matematica permanenza era entrata in cassaforte prima di scendere in campo. Un premio al lavoro di squadra e staff. Così l’imperativo è chiudere in bellezza arricchendo la classifica e consolidando il dodicesimo posto. L’avvio è ragionato. Gli schieramenti sono speculari e il successo al ‘Tempio’ manca da un paio di mesi. Gestiamo il pallino sfoggiando un campionario di coperture preventive per disinnescare le verticalizzazioni degli avversari. Alla prima opportunità mettiamo il becco avanti. Sabelli sulla destra pesca alla perfezione Thorsby. Il norvegese fa valere le doti in acrobazia, insaccando nell’angolo alla sinistra di Scuffet. Una torre preziosa il n.2 in diverse circostanze. Insistiamo sulle ali del vantaggio. Il Cagliari accusa il colpo perdendo le misure e finendo al tappeto per la seconda volta. E’ Frendrup a sfoderare un destro imparabile a fil di palo, rete n.2 condita da 5 assist e il record di duelli vinti (193 alla 33ma), dopo un’azione transitata da Badelj e rifinita da Vasquez. Giochiamo sul velluto. Dopo la mezzora è Retegui, nel giorno del compleanno, a cercare la ciliegina girando fuori un servizio di Thorsby. La reazione isolana è sterile. Controlliamo con efficacia. Martinez deve sbrigare l’ordinaria amministrazione, ben protetto dal trio composto da Vogliacco, De Winter e Vasquez. Si va al riposo sul 2-0.

Secondo tempo – Sul pezzo pure nella ripresa con un’altra realizzazione e una fluidità che aumenta con il passare dei minuti. Si riparte con tre sostituzioni per i quattro mori. Il tentativo di muovere le acque, tornare a galla, rivedere la luce. Nessun cambio dalla nostra panchina. Attacchiamo sotto la Zena facendo partire con Badelj un bolide dalla lunga gittata. Siamo concentrati e alziamo il baricentro con geometrie precise e manovre di alleggerimento. Sabelli mette il turbo appoggiando a Vogliacco, il cross è schiacciato in porta da Thorsby. Scuffet si distende togliendo le castagne dal fuoco. Liberi mentalmente. Con la voglia di arpionare i tre punti, come un peschereccio all’inseguimento di uno spada. La cronaca si colora di altri spunti. Punizione con il contagiri dello specialista Gudmundsson, De Winter colpisce di testa a incrociare. La sfera termina fuori. Per lunghi tratti siamo padroni del campo e, quando caliamo il biglietto da visita, estraiamo la penna per firmare il tris. Lavoriamo con intelligenza sulla trequarti fino all’imbucata sotto il naso di Gudmundsson. A tu per tu con il portiere, il tiro è una sentenza. Palo e gol. Quattordicesimo in campionato per l’islandese mattatore di questa stagione. La terza segnatura mette in ghiaccio la partita. Spence e Haps rilevano Sabelli e Martin. Poi dentro Bohinen e Cittadini per Badelj e Vasquez. Azzi va vicino al gol della bandiera. Spazio per Vitinha al posto di Gudmundsson. Il finale è una passerella per raccogliere applausi anche per le conclusioni del portoghese. Saliamo a 42 punti. All’orizzonte c’è la trasferta di Milano.

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