10.11.23

Partite

Gioiello di Dragusin, il Genoa va

Quarta vittoria in campionato per il Grifone che legittima il risultato. Dragusin centra il vantaggio con un gran gol prima del riposo. Un palo per parte nel conto finale. Una partita bloccata nel primo tempo e più aperta nella ripresa. Tre punti fondamentali per la classifica.

Un gol da attaccante – La vinciamo con tenacia, carattere e un peso specifico maggiore nei sedici metri rispetto al Verona nonostante le assenze. Rimane chiusa nel guscio la partita per quasi tutto il primo tempo. Le emozioni escono dall’imbuto nei minuti che precedono l’intervallo. Una rete da centravanti di Dragusin, con un destro al volo di potenza su assist di Haps, regala il vantaggio scuotendo il boato del Ferraris. Il primo gol in Serie A per il difensore romeno. Giusto così. Poco prima un diagonale di Ekuban era stato respinto dal settimo palo della stagione e Magnani, con un intervento prodigioso, aveva allontanato sulla linea il tentativo di De Winter subentrato a Bani. In precedenza pochi lampi e pochi affondi. Una lunga fase di studio caratterizzata da ritmi che non aiutavano ad aprire spazi intasati come sui tram nell’orario di punta. Prendevamo posizione e ci avvicinavamo all’area guadagnando angoli e punizioni. Qualche difficoltà nel velocizzare il giro palla, con l’effetto di agevolare gli avversari meno timidi con il passare del tempo, a rimanere nella tana a protezione di Montipo’. I duelli ci vedevano prevalere. Gudmundsson aveva più occhi addosso che una modella sulla passerella di una sfilata. Intorno gravitavano sempre due o tre maglie gialle da scrollarsi.

Vicini al raddoppio – Nella ripresa gli ospiti provavano a farsi sotto senza creare opportunità da rete, fino al montante colpito da Terracciano intorno alla mezzora e a una paratona di Martinez sull’ariete Djuric. Eravamo noi ad avere i pungiglioni e per poco non passavamo di nuovo all’incasso al rientro dagli spogliatoi. Puscas rilevava Ekuban e sfiorava il raddoppio due volte. Prima veniva contrato da Amione nella conclusione lanciato in porta, poi era sfortunato nella volée davanti al portiere per deviare la fiondata di un indemoniato Haps. Sotto a chi tocca. Montipò doveva chiudere lo specchio sull’inserimento di Sabelli, quindi ci metteva i guantoni per pulire l’area piccola su un guizzo di Badelj. Linee strette e soglia dell’attenzione alta nei nostri piani. Gli ospiti accentuavano la pressione con una reazione alimentata dai nervi. Un bolide di Strootman faceva la barba al palo in un finale di sofferenza, con Badelj, Haps e lo stesso Strootman sostituiti da Thorsby, Matturro e Malinovskyi. Energie fresche per mantenere un risultato fondamentale e trascorrere due settimane serene durante la sosta. Il fischio finale di Orsato era salutato da un urlo liberatorio. Il congedo sotto le due gradinate il premio a una gara di sacrificio. Un’abbuffata di gioia come presentarsi in cucina prima del pranzo di Natale.

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