08.03.24

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Mani nella storia, De Prà e un centenario

Il 9 marzo del 1924, un secolo fa, il portiere del Genoa si rese protagonista di una prestazione leggendaria al debutto in Nazionale. Contro la Spagna rimase in campo menomato dai colpi ricevuti. Parò spilli e mosche. E’ nella Hall of Fame degli intramontabili. Nel pre-partita di Genoa-Monza il club celebra la ricorrenza.

Toccare il cielo con un dito – Guardare al futuro, coltivando il passato e il fiore del ricordo. Volare nella storia schivando i radar della retorica e vestendo le mani nel destino. Le cronache spifferano che quel giorno, per l’esordio azzurro sul campo del Milan, Giovanni De Prà uscì dal terreno pressoché incosciente. Nemmeno i colpi, ai limiti del codice penale, inferti dagli avversari e, per metterci il carico, gli effetti delle violente contusioni assorbite lì per lì in qualche modo, lo fecero desistere dalla volontà di terminare l’incontro a guardia della porta. Nessuno lo bucò sebbene vedesse le stelle dal dolore. Italia-Spagna si concluse sullo 0-0 con una serie di suoi interventi prodigiosi.

Onorare lo sport con l’esempio – Giovanni De Prà, due scudetti col suo Zena e un altro paio sfiorati, ne giocò poi altre 18 con gli azzurri allenati anche dal commissario unico Pozzo. Aveva una integrità morale a prova di calco e una sportività che faceva luce. Mai ammonito ed espulso. E poi l’amore per il Genoa, totale, plasmato dai no detti davanti a offerte irrinunciabili per i più. Le partecipazioni olimpiche, tra cui il bronzo di Amsterdam (1928). La medaglia interrata. I dinieghi per non piegarsi ai diktat gerarchici. Ricordare uomini, campioni così fa bene al cuore. Sono vitamine per l’anima. Val la pena dedicare un pensiero sulla via a lui intitolata nei pressi dello stadio.

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