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Il Genoa Cricket and Football Club è il club di calcio più antico in Italia, fondato il 7 settembre 1893 presso il Consolato Britannico di Genova.
Il palmarès include una Coppa Italia (1937), quattro trionfi internazionali (2 Coppe delle Alpi nel 1962 e 1964, 1 Coppa dell’Amicizia Italo-Francese nel 1963, il Torneo Anglo-Italiano nel 1996).
L’attività promossa alle origini fu fondamentale per diffondere la pratica del calcio e i valori dello sport.
La società fa parte dal 2013 del Club dei Pionieri, ente riconosciuto dalla F.I.F.A., comprendente l’albero genealogico dei club più antichi al mondo.
Il Genoa detiene numerosi primati, alcuni sportivi ed altri relativi all’organizzazione e alla vita della Società e della Comunità genoana.
Nasce il Genoa Cricket and Athletic club nel Consolato Britannico in via Palestro a opera di una trentina di soci, che versano dieci lire ciascuno. I nominativi compaiono in un documento, comprovante l’avvenimento, che rappresenta il più antico esistente nel panorama italiano. Tra i fondatori alcuni sono stati, residenti a Genova, legati al tessuto industriale, economico e culturale cittadino.
Prima amichevole del calcio italiano documentata da resoconti giornalistici e foto, sul leggendario campo di Ponte Carrega, contro una rappresentativa torinese. Costituzione della Federazione Italiana Football, ora Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il Genoa è l’unico club ancora in attività tra i sette fondatori della F.I.F.
Vittoria nel primo Campionato Italiano disputato a Torino contro tre squadre torinesi (6 i genovesi di nascita tra i vincitori).
Campioni d’Italia per la seconda volta battendo in finale l’International Foot Ball Club di Torino
Campioni d’Italia per la terza volta, superando nella finale il Foot Ball Club Torinese. In serata, al termine di un banchetto con gli avversari, il Presidente della Federazione Italiana Football consegna al capitano Spensley la Challenge Cup, aggiudicata definitivamente per regolamento alla squadra vincitrice di tre campionati. Era stata offerta dagli sportivi torinesi, in particolare dal Duca degli Abruzzi, dal quale deriva anche il nome.
I colori sociali diventano il granata e il blu scuro. La proposta, accolta a maggioranza, è del socio Paolo Rossi avverso l’idea di Howard Passadoro, uno dei soci fondatori, di mantenere la camicia a strisce verticali bianche e blu, con la quale erano stati vinti i campionati precedenti, mentre nel 1898 la casacca era bianca.
Il presidente Fawcus dona alla Federazione una coppa in sostituzione della Coppa Duca degli Abruzzi da poco conquistata dal Genoa, mantenendo lo stesso regolamento di attribuzione.
Quarto titolo italiano questa volta in una finale contro il Milan Foot Ball and Cricket Club.
Primo club italiano a istituire il settore giovanile nel ramo football: viene approvata la proposta del dirigente Salvadé di tesserare soci con età inferiore ai 16 anni allo scopo di costituire la squadra ragazzi.
Quinto titolo italiano conquistato in finale contro la Juventus Foot Ball Club.
Viene disputato il primo incontro amichevole internazionale all’estero contro il Velo Club di Nice, tra gli elogi del console italiano.
Spensley viene eletto socio onorario per le “speciali benemerenze”.
Il vicepresidente Dapples dona una palla d’argento da mettere in palio come Challenge perpetuo fra le società calcistiche italiane. La prima partita della “Palla Dapples”, nello stesso anno, è Genoa-Andrea Doria.
Sesto titolo italiano nella finale, ancora contro la Juventus, con l’assegnazione definitiva della Coppa Fawcus. La coppa viene donata nel 1980 alla Regina Elisabetta II in visita a Genova e lasciata da Sua Maestà al Genoa, tanto da prendere il nome permanente di Coppa della Regina.
Nello stesso anno viene vinto anche il torneo di seconda categoria (riserve e giovani) sempre contro la Juventus (tra i vincitori figura Luigi Ferraris a cui è intitolato lo stadio).
James Spensley ed Edoardo Pasteur sono gli unici ad aver partecipato ai primi sei campionati vinti.
Dopo 48 incontri si esaurisce la storia della “Palla Dapples”, dal 1903 uno dei trofei più ambiti nell’epoca pioneristica del calcio delle origini. Il Genoa ne rimane il detentore, dopo l’ultimo incontro vittorioso con lo Spinola FBC Rivarolo, non ricevendo più sfide da altre società. Il Milan risulta la squadra più titolata con 22 vittorie.
Dismessi i campi di Ponte Carrega per esigenze cittadine e di San Gottardo più lontano da raggiungere, il Genoa ottiene dal marchese Musso Piantelli la possibilità di utilizzare il terreno della sua villa cinquecentesca nel quartiere di Marassi, tuttora esistente a ridosso dell’ingresso del settore Distinti. Il nuovo stadio viene inaugurato due volte: a gennaio nella conformazione perpendicolare al fiume Bisagno e poi a maggio, ampliato, nell’orientamento attuale parallelo al torrente.
Settimo titolo italiano durante il periodo della Grande Guerra. Viene attribuito postumo nel dopoguerra, nel 1919 come riportano gli organi di stampa e, in via definitiva, nel 1921 dopo che il Campionato era stato sospeso, per motivi bellici, con il Genoa al comando del girone settentrionale. Sarebbe stato sufficiente non perdere con il Torino tra le mura amiche, dove la squadra aveva vinto tutti e dieci gli incontri disputati, per aggiudicarsi la finale nazionale. All’epoca poco più che una formalità, dato lo strapotere delle società settentrionali.
Ottavo titolo. Una cavalcata trionfale: il Genoa in ventotto partite non conosce sconfitte e pareggia solo 6 volte. La formazione scritta negli annali: De Prà; Moruzzi, De Vecchi; Barbieri, Burlando, Leale; Neri I, Sardi I, Catto, Santamaria I, Bergamino I. Bellini, Costella e Mariani i primi cambi. La squadra, invitata in Argentina e in Uruguay, si imbarca in estate con l’allenatore Garbutt e il dirigente accompagnatore Ghiorzi. Accolta con grande entusiasmo dalle istituzioni e dai migranti liguri e genovesi, si fa onore disputando quattro incontri anche contro rappresentative nazionali.
Nono titolo. Il Genoa ha la meglio nel doppio incontro della finale Nord contro il Bologna e supera in seguito il Savoia di Torre Annunziata, con una vittoria a Genova e un pareggio fuori casa, nel giorno del trentunesimo anniversario della fondazione. I successi del periodo sono frutto di un gruppo di giocatori genovesi, con le sole eccezioni di Leale nato a Torino, benché vissuto sempre a Genova e i milanesi De Vecchi e Mariani.
Nel campionato 1924-1925 compare per la prima volta sulla maglia di un club italiano, il Genoa, lo scudetto tricolore. Da allora l’usanza contraddistingue il vincitore della competizione.
Per stabilire la vincitrice settentrionale occorrono ben 5 incontri tra Genoa e Bologna, con una famosa rete fantasma assegnata contro, la formalizzazione di ricorsi e una quinta partita convocata a sorpresa e giocata a porte chiuse, terminata con la vittoria felsinea.
Per la prima volta viene effettuato l’intervento sul menisco di un calciatore
Il 1929 sarà ricordato negli annali come l’anno del debutto assoluto nelle coppe europee: primo team, con la Juventus, a partecipare alla Coppa dell’Europa Centrale. Il debutto continentale non è fortunato: l’eliminazione arriva dal Rapid Vienna dopo una netta sconfitta in Austria e un pareggio a Genova con quattro pali colpiti dai nostri.
Il 1° gennaio, con il nome italianizzato in “Genova 1893 Circolo del Calcio”, iniziano i festeggiamenti per il quarantennale del club e l’inaugurazione del rinnovato stadio nel quartiere di Marassi. L’inaugurazione di una lapide commemorativa sancisce l’intitolazione dell’impianto alla memoria di Luigi Ferraris, primo socio caduto nella Grande Guerra e medaglia d’argento al valore militare. Sfilano le squadre e viene disputata una partita contro lo Young Boys davanti a oltre 20mila spettatori.
Coppa Italia. Il Genova 1893, nome dell’epoca, se l’aggiudica dopo aver eliminato Lazio, Palermo, Catania e Milan, vincendo la finale di Firenze contro la Roma. A decidere è un gol nel finale del centravanti Torti II, giovane riserva che in tutto il torneo è stato impiegato in sole due partite. Formazione: Bacigalupo III; Agosteo, Genta; Pastorino, Bigogno, Figliola; Arcari III, Perazzolo, Torti, Scarabello, Marchionneschi. La vittoria dà diritto di partecipare alla Coppa dell’Europa Centrale.
Coppa delle Alpi, giunta alla terza edizione con la partecipazione di squadre dei campionati italiano, svizzero e francese. Viene conquistata battendo Bordeaux, Valenciennes e, in finale, il Grenoble con una rete di testa di Pietro Natta, su corner di Amleto Frignani. La Coppa sarà poi disputata fino al 1988 e vedrà vincitrici altre rappresentative italiane come Juventus, Napoli e Lazio.
Coppa dell’Amicizia Italo-Francese, quinta edizione. Eliminato il Rennes nel doppio incontro e la SPAL per sorteggio, il Genoa affronta nella finale fuori casa il Milan, fresco vincitore della Coppa dei Campioni. I pronostici sono per gli avversari, in vantaggio nel primo tempo con Josè Altafini. Nella ripresa Stefano Dalmonte ribalta il risultato su due assist di Gigi Meroni. Formazione: Grosso, Bagnasco, Bruno, Rivara, Genisio, Carlini, Dalmonte, Gonella (Menini), Meroni, Giacomini, Bean.
Seconda Coppa delle Alpi. Viene vinta superando Basilea, Atalanta, Zurigo e battendo in finale il Catania con due reti di Piaceri. Il Genoa si schiera con Da Pozzo; Bagnasco, Colombo; Bassi, Calvani, Rivara; Occhetta, Bicicli, Locatelli, Meroni, Piaceri.
Stella d’oro al Merito Sportivo. Viene conferita al Genoa l’onorificenza istituita dal C.O.N.I. per premiare atleti, dirigenti, tecnici e società sportive che, per l’attività svolta, abbiano conferito particolare lustro al movimento sportivo italiano.
Anno da incorniciare per il Genoa che conclude al quarto posto in classifica. Una serie di vittorie esaltanti, con epilogo all’ultima giornata quando, al “Ferraris”, il Grifone prevale sulla Juventus conquistando il diritto di partecipare alla Coppa UEFA. Dal 1938 il Genoa non si iscriveva a una competizione europea di primo livello, mentre risaliva al 1914-15 un doppio successo nei confronti con i bianconeri.
Cavalcata in Coppa UEFA. La trasferta a Oviedo ispira una lunga carovana al seguito organizzata dai tifosi. La sconfitta nella gara di andata nelle Asturie, di misura, viene ribaltata al “Ferraris” nel finale dal gol di Skuhravy del 3-1. Seguono le eliminazioni di Dinamo e Steaua Bucarest. La pagina più bella viene scritta con il Liverpool. A Marassi il Grifone si impone 2-0 in una serata magica. All’Anfield Road è la prima squadra italiana a battere il Liverpool (2-1). La finale sfugge quindi contro l’Ajax per il valore degli avversari.
Trofeo Anglo-Italiano. ll Genoa ottiene un’affermazione in campo internazionale conquistando a Wembley l’ultima edizione di una competizione, ideata nel 1970, tra club italiani e inglesi. In finale viene battuto 5-2 il Port Vale con una tripletta di Ruotolo e reti di Galante e Montella.
Collare d’oro al Merito Sportivo. Il Genoa viene insignito della massima tra le onorificenze del C.O.N.I., conferita a società sportive con un’anzianità di costituzione di almeno 100 anni e in possesso della stella d’oro al merito sportivo, conseguita nel 1967. La motivazione riguarda l’attività nel promuovere e diffondere la pratica del gioco del football. Il conferimento rafforza il riconoscimento a livello nazionale della fondamentale importanza, storica e culturale, del Genoa Cricket and Football Club
Nasce la Fondazione Genoa 1893 ETS per salvaguardare il patrimonio storico e sportivo del club più antico in Italia. Documenti, fotografie, filmati e testimonianze sono raccolti nel Museo della Storia del Genoa nell’area turistica del Porto Antico. Conservazione e digitalizzazione dei reperti favoriscono le ricerche da parte di studiosi, istituti e collezionisti. Parte delle risorse viene impiegata per la realizzazione di mostre e approfondimenti tramite visite guidate e laboratori.
Il quinto posto in campionato apre la qualificazione alla prima edizione dell’Europa League. Il Genoa sfiora la clamorosa qualificazione alla Champions, appannaggio della Fiorentina che conclude a pari punti, ma in vantaggio negli scontri diretti.
Il sesto posto nel campionato 2014/15 accende ancora l’entusiasmo tra i sostenitori. La mancata concessione della licenza U.E.F.A., non richiesta, vanifica lo straordinario cammino in campionato del team, artefice di una stagione sontuosa.
777 Partners acquisisce la proprietà del Genoa CFC. La holding con sede a Miami entra in possesso del capitale sociale rilevando anche le passività. La cessione del pacchetto azionario viene annunciata con un comunicato entrato nella storia. 777 Partners ha costruito un portafogli di aziende nell’industria calcistica e sportiva, con ramificazioni in numerosi settori a livello internazionale.
Il Genoa ritorna in Serie A con due giornate di anticipo. La promessa della dirigenza viene rispettata. L’investitura del tecnico Gilardino a campionato in corso apre le ali al Grifone che si avvale di un gruppo di giocatori granitico. Il club centra l’obiettivo celebrando così, nel modo più bello, il 130° anniversario della propria fondazione.
Il Museo della Storia del Genoa ripercorre dalle origini le gesta del club più antico d’Italia, fondato il 7 settembre 1893.
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