Il ricordo di “Spagna” allo stadio Ferraris  


• Mega commemorazione nel trentennale della vile uccisione
• Appuntamento sul piazzale antistante il “Ferraris” mercoledì h. 18
• Tifoseria genoana mobilitata per un grande abbraccio collettivo
• Presente la famiglia di “Claudio” esempio raro di umanità negli anni
• In arrivo delegazioni di tifoserie da altre regioni per rendere omaggio
• Messaggi dall’estero di gruppi di supporter in segno di partecipazione
• Sostenitori invitati a lasciare una sciarpa in segno di testimonianza
• Dentro la Gradinata Nord allestita una mostra di foto e adesivi

LA CITTA’ E IL POPOLO DEL CALCIO UNITI NEL RICORDO DI VINCENZO – Genova non dimentica, mai lo ha fatto, mai lo farà. La macchina del tempo non smacchia le ferite né può ridefinire i contorni. Era il 29 gennaio del ‘95 quando Vincenzo, 24 anni, nato e cresciuto nel quartiere di San Teodoro, sulle colline alle spalle del porto, rimase a terra quasi ai piedi dello stadio. Sulla targa dall’obelisco rimane la scritta “morto per mano assassina antisportiva” a imperitura memoria. Una coltellata al cuore, una vita che se ne va. Una fine assurda prima di una partita, Genoa-Milan, tra le pagine più nere dello sport nazionale. Dolore e sgomento, rabbia e violenza. “Ci parlo ogni giorno, mi prendo qualche minuto per stare con lui… molti hanno capito, altri invece no…” ha raccontato papà Cosimo, fuoriclasse di saggezza e portatore dei valori della vita, coltivati con lo stesso amore che dedica al suo orto, in una bella intervista di pochi giorni fa al quotidiano “Il Secolo XIX”.

UNA COMMEMORAZIONE COLLETTIVA NEGLI IDEALI DELLO SPORT – Indietro non si torna. La commemorazione organizzata mercoledì allo stadio, oltre i colori e le rivalità sportive, è disegnata come un quadro da pitturare, nell’immaginario di ognuno, con il pennello degli insegnamenti che una tragedia così tramanda un anno via l’altro. “Claudio continua a vivere nei suoi amici e in quelli che gli vogliono bene… Mi commuovo quando vedo giovani, che nemmeno erano nati, parlare di lui e di quanto sia necessario avere rispetto della vita…”. Vivere nel cuore di chi resta non è morire, riporta un’altra targa affissa sul muro della Nord. Ogni anno, per 30 anni, il 29 gennaio, famigliari, amici, tifosi e club si sono ritrovati a Marassi per condividere un ricordo intimo e fuori dagli schemi. Il popolo degli stadi sarà rappresentato in questa occasione in molte forme. Come quando arrivò a Genova per riempire il piazzale davanti alla chiesa del suo funerale. “Basta lame, basta infami”. La vita scorre. La lezione resta.

  

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