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14.03.25
PartiteGenoa-Lecce termina 2-1. Ottavo successo in campionato. Venticinquesimo punto in diciassette partite sotto gestione Vieira. Tredicesimo nelle ultime cinque al “Ferraris”. L’obiettivo stagionale si avvicina ma la missione non è conclusa. Vantaggio nel pt con un destro al bacio di Miretti pescato in area da un lancio millimetrico di Malinovskyi in vena di magie e autore di una regia sublime. Il copione si ripete uguale prima dell’intervallo con il nazionale ucraino, al rientro come titolare e alla 150ma presenza in Serie A Enilive, che estrae dal cilindro un’altra genialata servendo su un altro piatto d’argento il raddoppio a firma sempre del n. 23. Controllo, giravolta e palla in rete. Ospiti propositivi in avvio ma imprecisi nelle finalizzazioni. Nella ripresa dimezzano lo svantaggio su rigore assegnato dopo la chiamata dei video ufficiali. Tripudio rossoblù al triplice fischio. Martin salta la trasferta con la Juventus per squalifica dopo la sosta. Un tifo eccezionale dopo i primi 5 minuti di sciopero. Spettatori muniti di titoli di accesso 31.495.
DUE VOLTE MIRETTI IL GENOA SCIOGLIE LE VELE – In alto i cuori. Di più, di più. Finisce con il presidente Sucu con un sorriso grande così in tribuna. E la squadra a ricevere il meritato tributo dopo una serata da Genoa. Sul campo viscido per la pioggia in servizio permanente, volano virtuosismi da stropicciarsi gli occhi, contro un avversario tosto seppure difettoso al momento del dunque. Dentro una prestazione collettiva di livello, salgono in cattedra Miretti e Malinovski, relatori sull’arte di fare gol e assist. Prendere appunti è una bella storia. Mettiamo quasi in cassaforte il risultato nella prima frazione, chiusa con il bottino di 2-0. Tre occasioni nitide sui piedi di Miretti in stato di grazia. E due gol. Il Lecce ci prova, ha gamba, ma evapora quando si affaccia dalle parti di Leali. Aggressività e intensità aveva chiesto il coach Vieira? La risposta dei ragazzi è stata super. Tra le prove più riuscite al netto di sbavature trascurabili. Nella ripresa ci rendiamo pericolosi, ma guarda un po’, con l’immarcabile Miretti e una staffilata di Pinamonti. Poi subiamo dal dischetto la rete della bandiera di Krstovic, dopo un tocco con il braccio ritenuto punibile di Matturro. Stringiamo i denti portando a casa un successo che sa di assicurazione sulla vita. Ma che bello è?