04.03.24

Partite

Un gran bel Genoa fa soffrire l’Inter

Si ferma a cinque la serie utile fuori casa. La capolista vince 2-1 centrando la dodicesima vittoria su dodici partite nel nuovo anno. Asslani e un rigore di Sanchez segnano la differenza nella prima frazione. Vasquez la riapre nella ripresa con un preciso diagonale. Usciamo dal campo facendo un’ottima figura.

Primo tempo – Due tiri nello specchio da parte degli avversari. Due gol. Giochiamo alla pari per mezzora sfiorando il vantaggio. Poi l’Inter alza i giri e, col cinismo dei forti, marca l’uno due prima dell’intervallo. Lettura del gioco e occupazione degli spazi. Iniziamo con personalità e il tifo dei 5mila che si fanno sentire. In tribuna il commissario tecnico Spalletti. Con i moduli a specchio, il disegno è tirare fuori i dirimpettai per guadagnare porzioni in cui lanciarsi. Ci distendiamo con un giro palla efficace, gli spunti tra le linee di Messias, i riferimenti sugli esterni. I ritmi sono sincopati, rare le accelerazioni. Rispondiamo colpo su colpo. I nerazzurri arrivano sulla trequarti senza trovare sbocchi per entrare. Frendrup e Dumfries i primi ammoniti. La partita è corretta accendendosi intorno alla mezzora. L’occasione per passare avanti è tra i nostri piedi. Anzi si materializza sulla testa di Retegui, servito da uno spiovente di Sabelli. Mateo incorna di controbalzo, Sommer smanaccia, Gudmundsson non fa in tempo a schiaffarla dentro. Gol mancato, gol subito. E’ la legge del calcio. Asslani lo trova dentro l’area, 61° su 68 totali, con una percussione e l’assist di Mkhitaryan. Uno e uno due. Pochi minuti e il raddoppio è trasformato su rigore da Sanchez, un penalty concesso per un presunto fallo di Frendrup su Barella che aveva calciato fuori. Rimangono dubbi incollati alle retini.

Secondo tempo – Disputiamo una ripresa sontuosa facendo soffrire la capolista fino alla fine. Ripartiamo con Strootman al posto di Frendrup e Vasquez che prima salva sulla stoccata di Mkhitaryan, poi inquadra la porta con un diagonale al volo, sugli sviluppi di un’azione in cui entrano Gudmundsson, Badelj, Sabelli e Martin. E’ il gol che accende le speranze. Ci siamo, come no. Un’entrata in attacco del nazionale messicano costerà la squalifica con il Monza di Palladino presente al Meazza. Dentro Spence e Vitinha per Martin e Messias. Una mescolata di carte per pescare il jolly. Ci crediamo con fiducia, conquistando metri e gestendo il pallino. Le gambe girano come le idee che frullano per cogliere l’attimo. Troviamo il 2-2 con Vitinha su sponda di Retegui. L’urlo rimane strozzato per l’offside del portoghese entrato subito in partita. Prendiamo corner, attacchiamo a pieno organico e costringiamo i primi delle classe sulla difensiva. Spence centra per Retegui: lo stacco è imperioso e il pallone sfila sul fondo con Sommer che la guarda. Calibriamo cross nei sedici metri. Giochiamo il tutto per tutto, correndo pochi rischi ed esercitando una pressione costante. Risultiamo spumeggianti con frequenti cambi di campo. Bani è il solito muro su Carlos Augusto che calcia a botta sicura. Ekuban rileva Sabelli per il 4-2-4. Martinez si oppone a una fiondata di Arnautovic. Usciamo tra gli applausi.

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