17.03.24

Partite

Un Genoa granitico, un punto d’oro

Termina 0-0 allo Stadium contro la Juventus. Bissiamo il pari dell’andata con un pareggio meritato dopo una prova di sostanza. Nella prima frazione ci rendiamo pericolosi imbrigliando gli avversari. Nella ripresa teniamo botta concedendo due legni colpiti dai subentrati Lling e Kean. Impeccabili gli ufficiali di gara. Settimo clean-sheet in campionato. Ora l’ultima sosta di campionato. Sabato 30 al “Ferraris” il Frosinone per chiudere virtualmente la pratica salvezza.

Gran primo tempo – Pari e patta in casa della Juve. Ai punti meglio noi, che loro nella prima parte. Una partita preparata alla perfezione e interpretata di conseguenza. Compatti, ordinati. Veloci di gamba e di pensiero. Mai rinunciatari. Due tiri nello specchio per noi, uno dall’altra prima dell’intervallo. L’atteggiamento coraggioso voluto da ‘Gila’. Il primo squillo suona sulla punizione morbida battuta da Gudmundsson, Gatti anticipa Bani nella deviazione a centro aera, Szczesny arpiona il pallone con senso della posizione. La migliore opportunità prima del riposo. Con la maglia celebrativa dei 130 anni, un portafortuna, siamo padroni del campo concedendo briciole agli avversari, con la facilità di ribaltare il fronte quando torniamo in possesso. Ce la giochiamo a viso aperto. Un manifesto d’intenti affisso nello spogliatoio, con il posto di titolare accordato a Vitinha, schierato in coppia con Retegui, mentre Gudmundsson agisce alla spalle. Il centravanti in pectore della nazionale sibila a lato un bel destro e, quando ci distendiamo, risultiamo pericolosi. La partita è incartata come nei disegni. Alla pari e meglio della Juventus, con la personalità e l’identità costruite nei mesi. Sulla destra Spence spinge e tampona, sulla sinistra Messias è una sicurezza. Il primo tempo scivola via su un equilibrio sostanziale, tra i tentativi dei padroni di casa neutralizzati senza affanni, e qualche buona azione di alleggerimento. I fischi con cui vanno al riposo i bianconeri sono eloquenti.

Ripresa più complicata – Pochi spifferi lasciati aperti nella seconda parte. Conquistiamo un punto d’oro confermando la crescita esponenziale maturata nel corso della stagione. Alza i giri al rientro dall’intervallo la squadra di Allegri, in cerca di punti per consolidare il piazzamento Champions. Teniamo botta e ci assestiamo, dopo un paio di fiammate iniziali, girando la sfera e leggendo con intelligenza le situazioni di gioco. Il tecnico livornese ne cambia tre in un colpo per spostare l’inerzia inserendo forze fresche. Teniamo le misure in maniera impeccabile con compasso e goniometro. In difesa gestiamo senza prestare il fianco, con gli attaccanti pronti a sacrificarsi in fase di ripiegamento. Agiamo come un blocco unico. Movimenti armoniosi su uno spartito assimilato a memoria. Dopo una ventina di minuti Lling rompe gli argini scheggiando il palo di sinistra con un diagonale, quindi Vlahovic sfiora il montante con una girata di testa che si perde sul fondo sull’assist dell’ex Cambiaso. Dentro Malinovskyi e Strootman, per infoltire la mediana, al posto di Gudmundsson e Frendrup. Ci abbassiamo concedendo qualche spiovente e pagando la stanchezza. Cambiaso centra di nuovo per Vlahovic: la conclusione di spalla sorvola la traversa. L’esordiente Ankeye per Retegui è la terza sostituzione congeniata dalla panchina. Ci sono minuti per Bohinen e Cittadini che entrano bene rilevando Badelj e Bani usciti doloranti. Il palo ci salva sulla stoccata di Kean al tramonto del match. Finiamo in superiorità per l’espulsione di Vlahovic.

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